Entro il 2050, l'Unione Europea intende raggiungere l'obiettivo di zero emissioni di gas a effetto serra, cioè di essere neutrale dal punto di vista climatico. A tal fine, la CE ha lanciato un nuovo pacchetto di regolamenti nell'ambito del Patto Verde Europeo, una proposta che mira a rendere quasi tutti i beni fisici circolari ed efficienti dal punto di vista energetico entro il 2030.
L'obiettivo di questo regolamento è quindi quello di contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico attraverso l'implementazione di un'economia circolare, per disaccoppiare la relazione esistente tra crescita economica e produzione di rifiuti. Nell'ambito della sua Strategia per il tessile circolare e sostenibile, sottolinea inoltre l'importanza di regolamentare l'industria tessile, che ha classificato come la quarta industria con il maggiore impatto ambientale, e mira a garantire che i prodotti tessili commercializzati nei mercati europei siano durevoli, riciclabili, privi di sostanze pericolose e prodotti in modo sostenibile.
Le misure di questa strategia includono, tra l'altro, l'implementazione di un passaporto digitale di prodotto per tutti i beni fisici a partire dal 2023. In questo post vi spieghiamo tutto quello che c'è da sapere su questi passaporti.
I passaporti digitali, la cui introduzione è prevista per il prossimo anno, saranno una raccolta di informazioni sul processo di fabbricazione di ogni prodotto, in modo che gli utenti lungo la catena di approvvigionamento possano riutilizzarli o riciclarli correttamente, e saranno utili per sapere se qualche materiale impedisce il riciclaggio o è molto inquinante.
Nel mondo della moda, se un capo ha un passaporto digitale, avrà un codice QR o un tag NFC, RFID o Bluetooth contenente informazioni dettagliate sul prodotto. L'inserimento di questi passaporti su capi di abbigliamento e altri articoli porterà maggiore trasparenza all'industria della moda, includendo informazioni sulla composizione delle materie prime del capo, sul processo di produzione e persino sul metodo di trasporto.
Nel mondo della moda, le etichette dei capi d'abbigliamento saranno dotate di un codice QR o di altri con informazioni dettagliate sul prodotto.
Anche se l'UE vuole rendere il passaporto digitale uno standard per tutti i prodotti commercializzati in Europa, per ora la priorità è concentrata sui settori tessile, edile e automobilistico.
I consumatori avranno a disposizione informazioni chiare, affidabili e facilmente accessibili sui prodotti che consumano, su come mantenerli e su come riciclarli al meglio. Tuttavia, è necessario un grande lavoro per poter identificare esattamente le informazioni di cui gli utenti hanno bisogno lungo la catena di fornitura. Di conseguenza, la Commissione europea rivedrà il sistema prodotto per prodotto, il processo sarà disciplinato da atti separati e richiederà che l'intera catena di fornitura si riunisca e discuta le informazioni chiave da includere nel passaporto.
Tuttavia, i produttori e tutti i professionisti coinvolti dovranno affrontare grandi sfide per creare, condividere e distribuire i dati richiesti in modo semplice ed economico. L'iniziativa legislativa europea è necessaria e risponde ai criteri di sostenibilità e trasformazione digitale, ma sarà davvero una grande sfida per le aziende.
Inoltre, le preoccupazioni riguardano la proprietà intellettuale e la privacy. Il concetto di esporre tutte le informazioni sui prodotti sembra in contraddizione con la protezione della proprietà intellettuale, ma è qui che entra in gioco la questione della crittografia per proteggere queste informazioni. Tuttavia, ci saranno casi in cui le aziende non vorranno condividere alcuni dati, anche se crittografati, perché legati a informazioni riservate, per cui essere trasparenti nel giustificare le richieste verdi può essere complicato.
In questi casi, gli ZKP, o protocolli a conoscenza zero, possono fornire un modo per ottenere questa trasmissione di dati, consentendo la condivisione di informazioni sulla sostenibilità senza rivelare i dati riservati del prodotto. Ciò consentirà ai produttori di condividere selettivamente le informazioni lungo tutta la catena di fornitura senza dover memorizzare i dati o comprometterne la sicurezza.
I protocolli a conoscenza zero possono fornire un modo per ottenere la trasmissione dei dati consentendo la condivisione delle informazioni sulla sostenibilità senza rivelare i dati riservati dei prodotti.
Le informazioni contenute nei passaporti digitali saranno fondamentali per affrontare il greenwashing, in quanto costringeranno le aziende a rivelare se i loro prodotti sono veramente sicuri, facili da mantenere e riciclabili, e se le loro attività sono veramente allineate con la protezione dell'ambiente.
Inoltre, questo passaporto può contribuire a eliminare i rifiuti tessili, in quanto le grandi aziende che gestiscono prodotti in eccedenza saranno obbligate a rivelare le quantità scartate all'anno, il motivo dello scarto e la quantità di rifiuti che hanno consegnato per il riutilizzo, l'uso, il riciclaggio, il recupero di energia e le attività di smaltimento in conformità con la gerarchia dei rifiuti. Inoltre, dovranno garantire che queste informazioni siano disponibili, su un sito web pubblico o con altri mezzi.
In conclusione, i passaporti digitali sono una buona misura per ridurre l'impatto ambientale della produzione di nuovi prodotti, oltre ad aumentare il riciclo e la circolarità dei tessuti.
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